Resto qui | Marco Balzano
Curon è un paesino adagiato alle pendici delle Alpi. Un luogo ove il silenzio sovrasta il suono e dove la storia sembra non arrivare mai. È proprio qui, in questo posto lontano dal tempo, che si leva la voce di Trina, suono d’amore materno, eco di chi resta.
Non ti racconterò la tua assenza […] No, non meriti di sapere quanto abbiamo gridato il tuo nome. Quante volte ci siamo illusi di essere sulla strada giusta. È una storia che non ha ragione di riaccadere nelle parole.
Ti racconterò invece della vita di noi, del nostro essere sopravvissuti. Ti dirò quello che è successo qui a Curon. Nel paese che non c’è più.
La voce di Trina ci racconta della sua giovinezza, dell’amore spiato da dietro una finestra e finalmente suo per sempre. Ci parla delle sue care amiche e del suo amore per l’insegnamento. Ci racconta Di suo figlio Michael e sua figlia. Una storia che si mescola alla Storia.
Sono gli anni del fascismo, un fascismo che spazza via le identità, la madrelingua tedesca. Vietato parlare in tedesco e perfino insegnarlo. Via le insegne, tutto viene ribattezzato in una lingua nuova: l’italiano, l’unico idioma che si possa utilizzare. Vietato anche protestare contro chi ti ha strappato via pezzi di te.
Poi, sono gli anni del nazismo che ridà gloria al tedesco e che inasprisce gli animi di una popolazione, adesso divisa tra chi si fida del Reich e delle sue promesse di libertà, e chi invece si tiene ben saldo alle proprie radici, restii al mito nazista. E proprio Hitler sarà una salvezza illusoria ben progettata.
Erich prima e Michael dopo, si arruoleranno tra le fila dell’esercito tedesco mentre la figlia di Trina scappa in una notte senza luna, succube del fascino del Reich.
Un Erich ferito farà ritorno a casa per poi disertare. Basta con le guerre che non possono portare pace ma solo sangue e disperazione. Inizia così la fuga dei due sposi tra le montagne, facendosi strada tra coraggio e sopravvivenza.
Quando finalmente la guerra giunge al termine, il silenzio delle montagne, che da sempre proteggono Curon, viene sovrastato dal rumore incessante delle macchine che lavorano per la realizzazione di una diga pronta a sommergere il paese.
Allora a Trina resteranno solo le sue parole come scudo verso quel piccolo mondo fatto esplodere a suon di tritolo e di cui si fa testimone quel campanile sul lago che porta con sé le ferite di un intero paese che non esiste più.
Attraverso una scrittura evocativa e delicata, Balzano ci regala un pezzo di Storia italiana troppo spesso dimenticata.
Si eleva la voce di Trina, più forte della guerra, più forte degli addii, degli abbandoni, più forte perfino del silenzio interrotto dal rumore delle macchine. Si alza questa voce in italiano, in tedesco. Perché le lingue non diventino muri ma ponti per comunicare.
Una storia nella Storia che racconta più storie. Perdonare il gioco di parole, ma quell’eco di madre, di donna e di combattente è la voce di tutte quelle persone che hanno sopportato guerra, oppressioni e morti.
RESTO QUI è una scelta consapevole e coraggiosa di aggrapparsi con forza alle proprie radici. Un memento per chi, in silenzio, ha guardato da un’altra parte e si è inginocchiato ai giochi di potere.
Allora, tra un click e un selfie davanti al campanile, fermiamoci e ricordiamoci che sul fondo di quelle acque tranquille, giacciono storie sommerse: le voci di Curon, il paese che non c’è più.
Se per te questo posto ha un significato, se le strade e le montagne ti appartengono, non devi avere paura di restare.
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