Palermo è una cipolla Remix, di Roberto Alajmo
Lontano dall’essere una guida turistica, Palermo è una cipolla Remix, è un attento, ironico e intelligente racconto che ci rivela l’autenticità di Palermo, qui chiamata solo la “Città”.
Versione aggiornata della precedente edizione (uscita sempre per Laterza nel 2005), il libro si fa portavoce di un itinerario che accompagna il viaggiatore/lettore nell’anima di Palermo.
Alajmo ci spiega cos’è l’annacamento tipico dei palermitani (e pure delle zone mie, se vogliamo dirla tutta); ci mostrerà i luoghi iconici di Palermo, la peculiarità dei suoi cittadini di cambiar nome alle cose: così “la Chiesa di Sant’Agostino è la Chiesa di Santa Rita, Piazza Verdi è per tutti Piazza Massimo e Piazza Giulio Cesare è la Stazione, senza piazza; così come piazza Vittorio Veneto è diventata semplicemente la “Statua””.
Dalle strade che diventano isole pedonali mettendo d’accordo tutti e nessuno, dalle prelibatezze culinarie ai luoghi comuni da sfatare, dal profano al sacro; questa è Palermo, e molto di più.
È la coscienza che si eleva contro la mafia, le riflessioni sul sindaco Orlando e sull’ex allenatore del Palermo, Zamperini.
Cammineremo in Piazza Pretoria, passeggeremo davanti ai Quattro Canti fino a giungere nei quartieri periferici della Kalsa. Quelli da evitare, quelli che, però, nel disastro conservano il loro fascino.
“Per quanto cinico possa sembrare, buona parte del fascino della Kalsa – e della Città, in generale – sembra consistere nella sua disperazione. La sua migliore risorsa è il disastro. […] Qui si riconoscono tutte le sue contraddizioni. È una zona ad altissima densità mafiosa. Eppure, in questo quartiere sono nati Falcone e Borsellino”.
E allora Palermo è una cipolla che va sbucciata, analizzata pezzo dopo pezzo. Tolto il primo strato ne troviamo uno nuovo, e un altro ancora, fino ad arrivare al cuore: quello della Città. Quello da cercare, trovare e comprendere.
Palermo è una cipolla Remix risponde, quindici anni dopo, alla domanda “è cambiata la Città?”. Ebbene sì, Palermo è cambiata.
“Del resto, sarebbe strano se così non fosse, visto che nell’arco dell’ultimo ventennio è cambiato il mondo. E siccome la parola cambiamento non è sinonimo puro e semplice di miglioramento, vale la pena di specificare: sì, in moltissime cose la Città è cambiata nella direzione del meglio. Senza cedere al trionfalismo, opposto correlato del disfattismo, oggi siamo messi almeno un po’ meglio di come eravamo messi prima”.
Alajmo riempie le pagine di orgoglio e sarcasmo cosicché il libro diviene carezza e rimprovero per una città dall’anima irrequieta che perfetta non sarà mai.
Ma Palermo, è una cipolla? Sì, da sbucciare ancora e ancora.
Che si ami il gusto, che lo si trovi forte o che lo si preferisca accompagnato ad altre salse, nessuno rimarrà indifferente al sapore e all’atmosfera del capoluogo siciliano.
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