Mare calmo | Nicol Ljubić
Con Mare calmo, Nicol Ljubić prova a spiegare il conflitto tra Serbia e Bosnia e lo fa attraverso l’amore.
Robert ama Ana. L’ha capito dal primo momento in cui l’ha conosciuta a teatro dove lei faceva la guardarobiera. Conquistato dai suoi capelli corvini, il corpo esile e quei modi sfuggenti.
Ana è serba e quando le bombe cadevano su Belgrado lei cercava di salvarsi mentre Robert, di origini croate ma nato e cresciuto in Germania, guardava la tv senza interessarsi a una storia che lo riguardava da vicino.
Ana e Robert iniziano ad amarsi in una Berlino libera dal muro, ma il loro rapporto libero non lo è.
Una storia qualunque che finisce col mischiarsi con la Storia, quella fatta delle urla mute di Visegràd e del silenzio assordante di Ana.
Quanto più dovrà avvicinarsi alla verità, tanto più Robert si allontanerà da lei.
“È la figlia di un criminale di guerra quella che ami”. E mentre lei il passato vuole lasciarselo alle spalle, Robert ha bisogno di andare a fondo, di comprendere.
Così vola al tribunale dell’Aja per assistere al processo di Zlatko Simic, il padre tanto amato da Ana e il professore di letteratura rispettato dai suoi studenti, accusato di aver bruciato vive 42 persone durante la loro fuga da Visegrad.
Da questo momento in poi l’amore si mescola alla guerra, una pulizia etnica che non ha risparmiato nemmeno i bambini; come se la seconda guerra mondiale, avvenuta 50 anni prima, non avesse insegnato nulla.
Ciò mette in luce un aspetto al quale spesso non pensiamo di fronte alla brutalità della lotta stessa, ed è chiedersi quanto la colpa collettiva possa tenersi separata rispetto a quella individuale.
Da un lato c’è il popolo serbo che deve espiare il male fatto ai danni dei suoi fratelli bosniaci, e dall’altro c’è Ana che con la guerra non c’entra nulla. E non c’entra nemmeno con il massacro di 42 persone innocenti.
Non è lei stessa vittima di una guerra che non ha chiesto? Costretta a giustificare azioni mai compiute in nome di una lotta che chiedeva l’annientamento delle diversità.
Cosa resta a Robert di fronte alle verità, di fronte all’esito (che qui non vi dirò) del processo?
Tornare alle origini e scavare a fondo laddove non aveva mai guardato e magari ritrovare la bonaca, mare calmo in serbo, tanto cara a lui e Ana.
Mare calmo è un libro dolce amaro. In un periodo come quello a cui stiamo assistendo, si rivela una lettura necessaria che ci ricordi dove può portare l’odio e che non sempre è facile tracciare una linea netta tra vittime e colpevoli.
“C’è qualcosa che è più forte dell’amore, ed è la memoria di ciò che è successo”.
Mare calmo, Nicol Ljubić, Keller Editore.
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