L’eterno Viaggiare. The Balkan Express Journey | Sallustio
“L’eterno viaggiare. The Balkan express journey” di R. Sallustio, è un diario di un on the road veloce dei Balcani iniziando da Zagabria, passando per Belgrado, Sarajevo fino ad arrivare a Bar, in Montenegro.
Questo libro mi ha fatto compagnia durante il mio viaggio in Montenegro e, proprio a Bar, è stata scattata la foto dell’articolo.
Come un vero e proprio diario, Roberto racconta le vicende dei suoi dieci giorni di viaggio in una zona, quella balcanica, ancora poco battura dal turismo. Il libro si apre nel 2007 con un saluto a una cara amica che sa d’estate e salsedine. Sette anni dopo, intraprenderà quel viaggio troppo spesso rimandato. Un saluto sospeso che si stringe forte al petto qualche anno dopo.
Nel mezzo un lavoro che non c’è più e il coraggio di mettere uno zaino sulle spalle e andare. Nessun programma definito. Roberto sa quali saranno le città in cui soggiornerà ma non ha definito tutti i mezzi con cui si sposterà. Sa che partirà in treno fino a Zagabria e che ritornerà in nave fino a Bari. Il resto è lasciato al destino e, perché no, anche agli imprevisti.
Fatte queste premesse, è il momento di partire: prima destinazione Zagabria, città permeata di religiosità e ancora troppo europea.
Da qui ci spostiamo a Belgrado dove i palazzi, colpiti dalle bombe, convivono con quelli più moderni.
Da Belgrado a Sarajevo, ci spostiamo in auto. Un autista sui generis accompagnerà Roberto facendo soste inaspettate e deviazioni improbabili, solo per consegnare un pacco al caro amico di sempre.
Nonostante le reticenze iniziali, il protagonista si ritroverà a chiacchierare con lui, scoprendo quella parte di storia che non sempre si trova sui libri di scuola. Quella di chi le guerre le ha vissute davvero e sa raccontare le emozioni, i disagi. Racconta l’essenza di un paese, le verità ai più, sconosciute.
Insomma, le ore sono passate così velocemente che Sarajevo si presenta ai nostri occhi col suo mosaico di culture, vite e sopravvivenza.
Per non dimenticare la guerra, così attuale, così vicina, accompagniamo Roberto alla visita alla mostra allestita in memoria delle vittime del massacro di Srebrenica.
Ma non è della guerra che l’autore vuole parlarci, e da Mostar, manca poco per arrivare a Podgorica: la capitale del Montenegro. Una città, ancora oggi, priva di identità. Da qui, una manciata di kilometri ci separano dall’ultima tappa di questo viaggio: Bar. È lei la meta, il viaggio, il senso profondo della vita.
Ci si riconosce in questo viaggiatore solitario, vagabondo dei Balcani: noi che camminiamo in questo mondo chiamato vita. Io mi sono riconosciuta in lui che compra un segnalibro come souvenir.
Io ne ho collezionato decine e decine dai miei lunghi viaggi. E così ho sorriso, ho sentito questo libro vicino.
Ho ricordato l’esperienza del viaggio che si compie da soli alla ricerca di sé stessi. Perché è questo che è accaduto a Roberto, è questo che accade a ogni viaggiatore: ci si ritrova. Si rientra a casa con un bagaglio di emozioni che arricchiscono, che fanno entrare in punta di piedi oltre i confini, nelle vite e nelle case degli altri.
Si impara a non giudicare ma ad accogliere e comprendere.
Una lezione che insegna a lasciarsi travolgere dall’ambiente che ci circonda, dalle infinite distese di granturco che vedi dal finestrino, dall’acqua cristallina del fiume Drina, dalle sfumature dei colori che si susseguono di paese in paese.
Si impara che il viaggio è fatto anche di persone, quelle incontrate per caso in un bar o alla reception di un ostello.
È non avere paura delle esperienze negative che, in un viaggio, come nella vita, possono sempre capitare. Basta affrontarle e superarle.
Visitando i Balcani ci si aspetta paesi desolati, tristi, distrutti.
“Ero preparato a cimiteri e croci, ma qui è tutto sorprendentemente vivo”.
Bisogna camminare nell’oscurità per vedere la luce.
“L’eterno viaggiare. The Balkan express journey” è un eterno viaggiare, nel mondo, nella vita, dentro noi stessi. Ci fa abbracciare emozioni, colori, sapori. Ci insegna il coraggio e la bellezza che è tutta intorno a noi.
Una carezza per tutti i viaggiatori che, attraversando il mondo, scoprono sé stessi.
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