Dal tuo terrazzo si vede casa mia
Il libro è composto da dodici racconti scritti dall’albanese Elvis Malaj, legati tra loro dai temi riccorenti quali la giovinezza e l’identità albanese.
Ogni ragazzo, italiano o albanese che sia, è disorientato, incapace di dare senso alla sua giovane esistenza.
C’è chi inventa scuse per sfuggire a un appuntamento d’amore troppo noioso, chi cerca un posto migliore in cui vivere e chi, come il protagonista dell’ultimo racconto (e a mio avviso il migliore), cerca di sfuggire al blocco dello scrittore arrampicandosi sul terrazzo della vicina per annaffiare le piante ormai quasi secche.
Tutti i racconti sono vestiti di sapiente ironia che non si rivela mai banale ma che, addirittura, diventa un aiuto per affrontare i conflitti interiori e schernire vecchi tabù
Il razzismo non esiste. E siccome non ci credo, col razzismo non ho mai avuto problemi.
A questa penna ironica si accompagna il punto di vista dualistico dell’autore stesso, onnisciente e mai giudice.
Interessante è, a mio avviso, l’uso di espressioni, intere frasi o parole in lingua albanese non tradotte e che spingono il lettore a cercarne il significato avvicinandosi ancor di più a questa cultura.
E proprio questo, credo, sia il senso di tutto il libro che può essere riassunto nel titolo stesso “Dal tuo terrazzo si vede casa mia”.
Un annullamento delle distanze e dei preconcetti per avvicinare due paesi che si “guardano” l’un l’altro.
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